domenica 20 marzo 2011

Un suono sordo ♥


In questo giorno che per me è come gli altri, scrivo a te. Te amico, alunno, nonno, genitore. Scrivo a te scienziato, ingegnere, professore..lavoratore. Scrivo pensando ai tuoi occhi che continuano a bagnare quella terra scomparsa come un'onda qualunque nell'Oceano. Alle tue dita che lasciano scivolare frammenti di case, alle braccia che sollevano corpi e capi. Al cuore distrutto dalle scosse ogni qualvolta che la speranza si spegne e riaccende nell'alzare un lenzuolo e vedere che chi giace non è un famigliare. E ancora, scrivo a chi, in quella parte del mondo non leggerà tutto ciò, ma vorrei che nonostante la distanza, sentisse la mia presenza tra gli sguardi assenti e persi della gente.


Forse le mani del mondo potrebbero costruire una cappa così da proteggere dalle radiazioni. E braccia forti potrebbero sostenere il peso dei macigni nel costruire nuove case. E un corpo per poter dare calore, calore umano. E una bocca, per poter fare l'impossibile.


Impossibile.. sorridere.


E' un suono sordo quello delle silenziose urla della gente. Sono inermi alle scosse o forse tremano ancora e non possono avvertirle. Sono crollate mura sulle loro teste, e il mondo accompagnava quella libera caduta, impotente. Disarmato.


La speranza cerca di sfamare il vuoto allo stomaco che non ha fame se non della fine di questa tortura.


C'è l'immagine ferma nella mia mente di un corpo sfinito, un viso macchiato di terra mista a lacrime, l'invana ricerca di protezione nelle braccia di un pompiere.


Io credo in Dio, l'unico.


Qualcuno dice che qualche altro dio si è voluto divertire. Ha voluto giocare alla morra cinese, con l'uomo.


Uno. Due. Tre. L'uomo ha lanciato carta, con su disegnato il progetto di milioni di anni, e quel dio come un sasso l'ha schiacciato. Ancora una volta: uno, due e tre. E ancora l'uomo ha lanciato carta, con su disegnata la quotidianità. E il dio vincitore anche questa volta, come le forbici ha tagliato ogni sogno di vita.


Contemplerà la sua vittoria forse nel buio di una città, nelle luci spente degli occhi.



Dona. Dona una speranza in più. Una pò di forza in più. Dona la tua presenza.

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