sabato 26 febbraio 2011

Hanami.. La stagione dei fiori.


Lo Hanami (let. "l'osservazione dei fiori") è il “rito” tradizionale giapponese legato all'osservazione degli alberi in fiore.
Nonostante l'antichità della tradizione è ancora molto sentita in Giappone, infatti provoca delle migrazioni di milioni di persone ad ammirare i giardini rosa.
Lo spettacolo dei ciliegi si può guardare da inizio aprile (nel sud dell'isola di Honshu) fino a metà maggio (nella settentrionale Hokkaidō).


Storia:
La pratica dello hanami vanta molti secoli di tradizione. Non esiste una data ben precisa, ma si stima che ebbe inizio durante il Periodo Nara (710-784) quando il Giappone subì diverse influenze dalla Dinastia Cinese Tang; nell’ambito naturalistico è stato “importato” lo studio della natura, dove il fattore principale era l’osservazione delle sue trasformazioni ed il saper cogliere la sua bellezza, come la fioritura.
Benché all’inizio venivano apprezzati di più i fiori di prugno, durante il Periodo di Heian i fiori di ciliegio iniziarono ad attrarre più attenzione. Il termine hanami in primo luogo è stato usato nella novella Genji Monogatari (源氏物語 hiragana= げんじものがたり – let. “La storia di Genji”) di Murasaki Shekibu (scritta nel periodo delle novelle Heian) come termine analogo all’osservazione dei fiori di ciliegio.

Si iniziò anche a diffondere la credenza di Dei che vivevano all’interno di piante e di fiori, questo pose il ciliegio tra le piante più importanti per la devozione a questi Dei. Tale devozione fu talmente incisiva da influenzare la semina del riso e la raccolta nei campi.
Il primo luogo dove si iniziò a praticare questo credo fu la Corte Imperiale di Kyoto, nell’era dell’Impero Saga nel periodo di Heian. Per venerare tali Dei si adottò sempre più frequentemente la pratica dell’osservazione dei fiori, dando così vita ai primi “party” e ritrovi all’aperto. In un secondo momento anche la poesia subì l'influenza di questa pratica, i poeti iniziarono ad elogiare la fragilità dei fiori, posti come metafora della vita, “luminosi, belli anche se di breve vita effimera”.


La pratica dello hanami originalmente era stata limitata all’elite della corte imperiale, ma presto si sparse alla società samurai, e solo nel Periodo Edo alla gente comune. In seguito Tokugawa Yoshimune, pronipote di Tokugawa Ieyasu (l’ottavo shogun dello Shogunato Tokugawa) per diffondere al popolo il credo religioso fece piantare nella città delle intere aree di sakura sotto ai quali la gente iniziò a recarvisi con i bento prendendo l’abitudine di mangiare e festeggiare sotto i fiori appena sbocciati, come si può ben immaginare questa consuetudine annuale venne considerata sempre più come una festa, tendendo a dimenticare così la vera ragione dello hanami.Così ebbe inizio l’era dello hanami in Giappone.
(Fonte: casajappo )

venerdì 11 febbraio 2011

I giovani e l'alcool: una vita bevuta.

Spesso a scuola arrivano avvisi di concorsi nei quali è gradita la partecipazione degli alunni. Sono più proposte che cercano di coinvolgere i ragazzi e invitarli alla scrittura, data la dipendenza da cellulari e internet, che un vero e proprio invito per piacere.
Qualche settimana fa c'è stata la proposta da parte della prof di letteratura di partecipare a un concorso letterario. Consisteva nel fare un tema in cui si discuteva del rapporto dei giovani con l'alcool, le cause, conseguenze ed eventuali rimedi.

Ho deciso di partecipare. Non è proprio un argomento che mi ispira e mi stuzzica, però è stata più una scelta fatta per poi avere, in base all'esito, delle considerazioni sullo scritto.
La professoressa me l'ha corretto dicendo che potevo spedirlo. Non spero niente per ora, l'ho fatto anche per "gioco" in parte, quindi non sono particolarmente preoccupata.
Aspetto comunque l'esito!! :) Chissà, spesso le cose in cui speriamo di meno si realizzano più facilmente!

Questo è link dell'associazione organizzatrice:

lunedì 7 febbraio 2011

Il giorno in più




Cosa racconta...
Sveglia, caffè, tram, ufficio, palestra, pizza-cine-letto. Giornate sempre uguali, scandite da appuntamenti che, alla fine, si assomigliano tutti, persi nel cielo grigio di una metropoli che non sa più sorridere. È la vita di Giacomo, uno che non si è mai fatto troppe domande, che è andato incontro agli avvenimenti rimanendo sempre in superficie. Un giorno, però, Giacomo incontra sul tram una sconosciuta, e se la ritrova davanti il giorno dopo, e quello dopo ancora. Per mesi. E così, quelle tre fermate lungo il tragitto per andare in ufficio diventano un appuntamento importante della giornata. O meglio, diventano "l'appuntamento". Ma la sconosciuta ha un destino che la porterà lontano, in un'altra città. E Giacomo? Lui per la prima volta nella vita decide di non rimanere in superficie, di prendersi anche il rischio di diventare ridicolo, e parte all'inseguimento di un sogno. È l'inizio di un gioco, incredibile e coinvolgente, che improvvisamente sarà interrotto, e che porterà i due fino a un punto di non ritorno, per scoprire se vale la pena, nella vita, di giocare fino in fondo. L'amore, l'amicizia, il viaggio, i dubbi, le scelte, più una dose di gioco e sana incoscienza, una miscela dei tutti i grandi temi e le piccole sfumature care a Volo e ai suoi lettori.

In lettura!

Come per "Il cavaliere d'inverno" qualche frase "a caso":

‎" Mi piacciono quelle stagioni in cui quando passeggi cerchi il sole, in cui se c'è un lato della strada all'ombra e l'altro con il sole attraversi la strada per sentirlo.
Molto meglio di quando passeggi d'estate e attraversi la strada per evitarlo. "
[in questi giorni c'è un solo stupendo qui.. mi da tanto di primavera!]

" E' bello avere una persona sulla qualche fare delle fantasie durante il giorno.Anche se è sconosciuta.Non so perchè, ma quando pensavo a lei i miei pensieri non avevano mai il punto.Solo virgole. "
[Pag 19]

" Cosa siamo?Amici,complici,compagni di gioco,amanti platonici,semplici sconosciuti?"
[pag 23]

" Ho sempre avuto un fortissimo senso di responsabilità,ho sempre capito che dovevo chiedere poco per non disturbare e che dovevo imparare ad arrangiarmi da solo"
[pag 61]

"Mi piace accendere il telefono la mattina e sentire che arrivano messaggi.Mi piace così tanto che la sera a volte ne mando un pò e poi spengo il cellulare, così trovo le risposte quando mi sveglio. "
[pag 68]

" Forse è lo sguardo che rende donna.Sicuramente la consapevolezza.Una ragazza consapevole è una donna a qualsiasi età. "
[pag 141]

" Forse immaturi,ma eravamo stati bene e alla fine questo era quello che contava.
Quel gioco mi aveva reso migliore.
Avevo fatto progressi enormi nell'espressione della mia emotività. "
[pag 262]

Finito 09/02/2011
Leggendo questo libro spesso mi sono ritrovata in certe descrizioni dell'autore. Ciò che dice è la semplice e banale realtà. Racconta di attimi, emozioni, pensieri, reazioni che magari una persona crede di essere l'unica al mondo a provarli o a crearseli nella sua mente,quando invece poi si rivede in ciò che è scritto e si sente un pò più sollevato sapendo di non essere l'unico!
Lo stile è molto semplice e scorrevole. L'autore sembra quasi che ti stia parlando per questo si legge abbastanza in fretta.

Sinceramente, mi aspettavo molto di più non avendo letto altri libri di Volo, ma solo stralci di libri trovati quà e là. Ora so come scrive.
:)